TERME, TURISMO E TICKET SANITARI. SI VUOLE DAVVERO LO SVILUPPO TURISTICO DELLA CALABRIA?

Lettera aperta al Presidente Loiero

Nonostante la crisi del termalismo (è di pochi giorni fa la richiesta del presidente di Federterme di riconoscimento dello stato di crisi del settore) e più in generale del turismo, sia a livello nazionale che regionale, la Regione Calabria continua ad ingegnarsi per mettere in difficoltà le imprese termali locali. Dopo aver imposto un tetto anche alle prestazioni da erogare a favore dei cittadini non residenti nella regione, prestazioni che in realtà non hanno un costo per la Calabria, poiché rimborsate dalla Asl dove i suddetti pazienti sono residenti, quest'anno c'è un'altra novità.

Le nuove disposizioni sui ticket varate dalla Giunta Regionale calabrese (D.G.R. del 5 maggio 2009 n. 247 pubblicata sul BUR SS n.4 dell'08/05/2009) hanno escluso dall'esenzione del pagamento del ticket alcune categorie protette, quali per esempio gli invalidi civili dal 67 al 99%, e anche i requisiti per reddito sono cambiati. In primo luogo appare evidente il profilo di illegittimità di una norma regionale che legifera per i residenti in altre regioni. I clienti non calabresi hanno giustamente difficoltà a comprendere perché dovrebbero pagare un ticket che nella propria regione non è previsto. Ciò avrà effetti soprattutto nella prossima stagione: quest'anno chi è venuto da fuori, anche se a malincuore, paga il ticket, ma l'anno prossimo ha un motivo per non tornare.

Inoltre, la nuova norma danneggia le terme anche perchè determina una riduzione delle richieste di prestazioni da parte dei curandi regionali.
Un altro problema è quello di come possa un curando non calabrese dimostrare il proprio diritto all'esenzione dall'obbligo di pagamento del ticket, visto che, paradossalmente, il codice (E00) a cui la normativa si riferisce è un codice esclusivo della Regione Calabria. E chi viene da fuori? Per le altre Regione le esenzioni per reddito riguardano altri requisiti codificati con codici diversi, quali E01, E02 ecc., non previsti dalla nostra normativa. Fino al 30 luglio con l'autocertificazione si riesce parte a superare l'ostacolo (anche se con non poche difficoltà, perché i clienti extra-regionali non si aspettano la richiesta del reddito ISEE), ma dopo come si potrà fare un curando non calabrese a dimostrare di avere diritto all'esenzione? Finora nessuno ha dato risposte certe.

Insomma, la nuova normativa è di difficile applicazione, non chiara e mostra profili di illegittimità evidenti. A ciò si aggiungono altre difficoltà, come le tariffe per le cure che sono ferme all'anno 2005…

Pare che nessuno sia consapevole del fatto che la stagione termale dura oltre otto mesi, favorendo la tanto auspicata destagionalizzazione delle presenze turistiche. In una regione come la Calabria, che vanta il pessimo primato della stagionalità della domanda turistica più elevata in Italia, con conseguenze molto negative in termini di redditività degli investimenti nel settore, scarso interesse imprenditoriale nel comparto turistico, difficoltà ad offrire servizi fuori stagione ed elevatissimo turn over del personale, questo dato dovrebbe far riflettere.

Alla luce di quanto appena illustrato ci si chiede perchè si pongano tanti ostacoli a pazienti che non sono altro che turisti, i turisti che i nostri politici cercano di attrarre con tante iniziative e che poi scoraggiano, non consentendo loro di usufruire di prestazioni che dovrebbero essere garantite dal Servizio Sanitario su tutto il territorio nazionale.

Ci si domanda se ci si renda conto dell'importanza per l'economia locale della presenza di una stazione termale che lavora efficacemente per numerosi mesi all'anno. I nostri politici sanno quanto produce in termini di effetti economici moltiplicativi ogni cura erogata? Ed ogni presenza in albergo? E ne conoscono l'impatto in termini di occupazione? Se lo sanno, perché non operano in modo da favorire lo sviluppo delle terme e non in modo da creare problemi? E perché non cercano di migliorare i servizi e le attività utili ad accrescere l'attrattiva turistica del territorio nell'arco dell'intera stagione termale? Probabilmente una riflessione su tali elementi bisognerebbe farla, mettendo intorno ad un tavolo gli imprenditori del settore ed i soggetti politici che a livello comunale, provinciale e regionale hanno competenze in materia, prima che anche quest'isola felice sia messa in crisi dalla modesta efficacia ed efficienza del sistema turistico regionale di cui fa parte e dai paradossi appena descritti, che stanno colpendo duramente il comparto termale calabrese.

Comitato dei Lavoratori Terme Luigiane

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