
Nel giorno del 150° anniversario dell’ unità d’Italia, io non mi sento italiano.
Voglio associarmi alle dichiarazioni del presidente della regione Sicilia e per altri versi al presidente della provincia autonoma di Bolzano, Luis Durwalder, i quali per ragioni differenti hanno dato voce al loro disagio di sentirsi italiani. Anch’io, nel mio piccolo, non ho nulla da festeggiare.

Ma anche deportazione di quei soldati che, all’indomani dell’inganno, vennero stipati come bestie nelle navi savoiarde per essere condotti nei vari luoghi di sterminio situati in Piemonte. Ufficiali, sottufficiali e soldati dell’esercito borbonico che non vollero abiurare il loro re, che non accettarono il nuovo ordine imposto dai Savoia, vinti da un nemico sfuggente e tradito dai propri generali, furono costretti all’umiliazione e alla morte atroce nei vari presidi disseminati a nord.
Il più feroce dei quali venne consumato a Fenestrellein provincia di Torino.

Non si conoscono le cifre di questa immane mattanza. I prigionieri non superavano la media dei tre - quattro mesi di vita, morivano di stenti, di freddo e di malattie e i loro corpi venivano sciolti dentro una grande vasca situata alle spalle della chiesa, nella calce viva, affinché di loro non restasse neppure la memoria. Queste migliaia di uomini ombra, questi numeri a cui non è stato neppure concesso la pietas di una sepoltura cristiana, un onore negato, gridano giustizia in questa data che tutti vogliono indicare come momento di grande attenzione all’unità di una nazione le cui fondamenta sono state scritte anche con sangue innocente e con i crimini contro l’umanità perpetrati da casa Savoia.
Se pensate che siano stati Hitler o Stalin ad “ inventare “ i campi di concentramento e di sterminio con tutto l’orrido che vi lascio immaginare, allora dovete ricredervi perché Il primo lager è nato aFenestrelle in Italia all’indomani della cosiddetta unità d’Italia, triste primato disposto da italiani per “ italiani “ ( meridionali ), la cui fortezza ne rappresenta la testimonianza più cruda.

Oggi nel mezzogiorno sta prendendo corpo una forte coscienza d’opinione grazie anche alla pubblicazione di libri sull’argomento ( cito per tutti “ Terroni “ di Pino Aprile ) e diverse centinaia di siti di denuncia che trasudano verità ancora scomode con cui presto o tardi la storia dovrà fare i conti, nel segno della giustizia e della verità.
Solo allora il 17 marzo di ogni anno, quando i carnefici avranno chiesto scusa alle vittime del sud, quando sarà ristabilita la verità, e avranno avuto parole di rispetto per queste terre cosi duramente colpite dalla volontà di pochi, pur sentendomi italiano, solo allora avrò il piacere di festeggiare l’unità d’Italia.
LUIGI CIAVARELLA
( foto di Antonio Ciavarella, Pinerolo ( To ), marzo 2011
FONTE: sanmarcoinlamis.eu