
Il Segreto della ninfa Scrimbia
PRESENTAZIONE L'1 DICEMBRE H.16,30 AL VALENTIANUM (SALA CAMERA COMMERCIO) A VIBO VALENTIA.
Vibo Valentia, ottobre 1973. Fiorella Paribeni, antichista ed epigrafista alla Sapienza, viene invitata quale ospite d’onore al Simposio culturale per i “Cento anni dalla visita di Theodor Mommsen a Monteleone”. Ad attenderla però ci sono una serie di misteri da svelare legati a un millenario culto segreto in onore di una ninfa silvestre. Loschi figuri si aggirano nella città del Sud ricca di leggende, miti, monumenti e superstizioni e che si è risvegliata da un lungo torpore in occasione dell’evento.
Tanti personaggi che verranno in contatto con la studiosa, sempre più risoluta a compiere la sua fantastica avventura. Ma non sarà sola: con lei il fascinoso Federico Ghislandi, la sua segretaria Paola, il commissario Valente. Strane sparizioni e morti sospette tingono di giallo e di rosso la settimana che Fiorella passerà a Vibo. E non manca neanche il fantasma, quello di un bellissimo modello di nome Adriano…
Maria Concetta Preta (Vibo Valentia, 1965) prima di dedicarsi alla narrativa, si è interessata di epigrafia romana, pubblicando nel 1992 “Il municipium di Vibo Valentia”, ed. Mapograf. Membro della delegazione cittadina del F.A.I., insegna lettere classiche al Liceo Ginnasio “M.Morelli” di Vibo Valentia. “Il segreto della ninfa Scrimbia” è il suo primo romanzo.
PERSONAGGI:
Fiorella Paribeni - antichista ed epigrafista
Federico Ghislandi - archivista
Olga de’ Benedetti - mercante d’arte
Elvira Cataldo - contessa collezionista, gallerista, mecenate ed allestitrice d’aste
Prospero Bartolomei - esperto d’antiquariato
Silvia Turco - direttrice d’albergo
Isabella Navarra Fuscaldo - maestra in pensione e collezionista
Assunta - cameriera di Isabella Navarra Fuscaldo
Don Fabrizio de’ Flores - parroco del duomo di San Leoluca
Domenico Russo - sacrestano del duomo
Anna Polimeni - medievista e guida archeologica
Paola Genovesi - segretaria di Federico Ghislandi
Totò Peretola - cronista e corrispondente della stampa
Aldo Valente - commissario di polizia
Carlo Massinissa Presterà - nipote dell’omonimo, cieco
Theodor Mommsen (1817-1903) - classicista, storico, epigrafista
Vito Capialbi (1790-1853) - conte umanista, archeologo e collezionista
Carlo Massinissa Presterà (1816-1891) - poeta, letterato ed intellettuale
Giovanni Crisostomo Scarfò ( 1679 -1740) - monaco basiliano ed antiquario
Cosimo Fanzago (1593-1678) - orafo ed argentiere
Giuseppe Bisogni De Gatti (1675-1740 ) - storico
Eremburga di Mortain (? -1087 o 1088) - regina consorte di Ruggero il Normanno
Ruggero d’Altavilla (1031-1101) - Gran Conte normanno di Sicilia e Calabria
Rosalia - santa siciliana dell’XI secolo
Adriano - modello d’arte
Margherita Navarra - scultrice
Scrimbia - ninfa silvestre, dea lustrale
Anonimo del ‘700 - compositore di salmi
Artemisia Franceschi - compagna di Cosimo Fanzago
Una lettera misteriosa.
Roma, 6 ottobre 1973 – Università La Sapienza
“ Preg.ma dott.ssa Fiorella Paribeni,
chi le scrive è una sua estimatrice, positivamente colpita dalla sua recente pubblicazione su “Atene e Roma”. Il mio nome è Margherita Navarra, mi dedico alla scultura e, in generale, all’ arte, di cui mi ritengo cultrice. La ricerca del bello costituisce per me una ragione di vita. Sono nata a Monteleone di Calabria, attuale Vibo Valentia, dove in questi ultimi tempi la riscoperta dell’antichità sta vivendo una stagione d’oro. Dopo aver letto quanto lei ha scritto sulla figura di Theodor Mommsen e sul suo soggiorno a Monteleone nel 1873, di cui ricorrerà nei prossimi giorni il primo centenario, tengo a precisarle una grave inesattezza da lei commessa nel suo studio.
Lei, infatti, contesta la veridicità di un luogo che Mommsen cita nel suo diario con le parole:
“ slargo con rudere di tempietto pagano … fontana d’acqua perenne sormontata da ninfa di marmo … messaggero alato”
Lei attribuisce questo luogo all’immaginazione dello studioso che, in quella sera del 20 ottobre 1873, risultava particolarmente stanco dopo un’intensa settimana di studi e sopralluoghi e, soprattutto, alquanto avvinazzato grazie alla convivialità del suo accompagnatore, il monteleonese Carlo Massinissa Presterà.
Lei, a suffragio della sua tesi, riporta la cronaca di quell’estenuante pomeriggio di ricerche seguito da una cena luculliana suggellata da numerosi brindisi di commiato: l’indomani il Mommsen sarebbe partito. Ciò, a suo parere, avrebbe compromesso la lucidità dello studioso il quale, giorni dopo, annoterà della confusione che aveva in testa e del non ricordar bene cosa avrebbe o non avrebbe visto.
Sarebbe questa una recriminazione? Perché quest’ excusatio non petita? E perché non avrebbe distrutto quella pagina del diario nella quale pure scrive di un “…tragico fatto…” e di “…oscure apparizioni…”?
Ebbene, io posso assicurarle che questo luogo descritto dal Mommsen esiste e sarò ben felice di poterla accompagnare in questa magnifica piazzetta, peraltro poco conosciuta, contestando, de visu, quanto lei ha affermato.
So che lei presto sarà ospite a Vibo, proprio per la commemorazione dei “Cento Anni dal viaggio del Mommsen”: ecco l’occasione per incontrarci. Porti con se’ quel diario: … potrà fare, in mia compagnia, tenendolo in mano, una serie di scoperte interessanti anche relativamente ad altre citazioni. Sarà una suggestiva passeggiata serale in un luogo dove la storia si è fermata a cento anni fa!
Mi perdoni, non è mio volere offenderla, ma sono monteleonese da più generazioni e mi sento in dovere di difendere quanto rimane del passato nella mia città, pur nell’incuria e nella dimenticanza del volgo.
Le ripeto, dottoressa: quel luogo esiste! Non è, come lei afferma, una “proiezione della psiche” , “un frutto dell’immaginazione ” o un “delirio post-romantico” del più grande classicista del XIX secolo.
Di questo e di altri particolari inerenti la visita del Mommsen a Monteleone del 1873 sarò ben lieta di svelarle segreti che solo io custodisco, cum gaudio maximo… a presto.
Sua Margherita Navarra
Via Diana Recco, 7 – Monteleone di Calabria
13 ottobre 1973
Un incontro fortuito
Vibo Valentia. Centro storico. Stradine strette e tortuose. Solito traffico della mattinata. Uno splendido autunno.
Il taxi bianco si ferma al ciglio di via Diana Recco e ne scende un’elegante signora in soprabito verde scuro, stivali, tracolla e cappello in feltro, in mano una ventiquattrore che apre e da cui estrae una lettera, quindi avanza sicura verso l’indirizzo segnato.
Davanti ai suoi occhi un edificio antico, decadente e stonacato, numero civico 7, nella cui corte si apre una duplice tromba di scale e vi si affaccia una serie di balconi e finestre in ordine sparso; al centro una fontanella che gocciola, impiantata su un pilastrino scorniciato.
Una scombinata fila di vasi con pianticelle d’ogni tipo, aromatiche o ornamentali, ricorda che lì c’è vita, nonostante il silenzio e l’abbandono.
Al primo piano, interno 2, tutto tace.
La signora suona due volte, poi ancora … Nulla.
Ricontrolla la lettera. Riprova. Niente.
Possibile che non ci sia qualcuno? Eppure l’indirizzo è esatto…
Sta per finire di scendere la rampa di scale, quando lo scricchiolìo della porta la fa voltare e sull’uscio, quasi seminascosto, appare un giovane a torso nudo, coperto da un telo sui fianchi, biondo e slanciato… un Apollo!
- Buongiorno. Per caso lei cerca Margherita? – Con un gesto sicuro si asciuga i capelli umidi, fluenti fin all’omero che tira indietro per svelare l’azzurro magnetico degli occhi e la pelle glabra del volto. Ma al sud non sono tutti bruni e villosi?
- Si, mi ha inviato questa lettera qualche giorno fa…
- Lo so, ben arrivata. So della lettera e di lei. Ma Margherita ora non c’è. Mi scusi se non la faccio entrare ma, come vede, sono appena uscito dalla doccia… Margherita ieri si era tenuta libera per lei.
- Mi dispiace, ma non mi è stato possibile arrivare prima. Ho dovuto sbrigare alcune incombenze in facoltà e…
- Non si preoccupi. L’aspetta stasera per cena.
- Qui?
- No, non qui. Alla Locanda del Normanno ai piedi del nostro castello: l’ha già visto?
- Si, mentre arrivavo. E’ una magnifica presenza, domina l’intero borgo.
- Un tempo forse… oggi è in rovina e, come gran parte di questo paese, non ha più un’identità. Comunque alla Locanda del Normanno posso accompagnarla io.
Lo sguardo profondo incanta. - In quale albergo alloggia?
- Per ora in nessun albergo e… il guaio è che non ho fatto in tempo a prenotare…
- Allora vada all’albergo Pignatelli, ad un isolato da qui, vicino alla Posta centrale, son sicuro che si troverà bene. Lo gestisce una mia cara amica, la signora Silvia Turco. Le dica che la manda Adriano.
- Adriano… e poi?
- Mi conosce benissimo. Dica il mio nome e basta. Ci vediamo stasera alle otto alla scalinata della Cerasarella: sa dov’è?
- No, però ho uno stradario che mi è stato inviato con la lettera… e comunque chiederò in albergo.
- Allora a stasera e… benvenuta a Monteleone, dottoressa Paribeni.
Il giovane sorride, si tampona i capelli e tira l’uscio a se’. Fiorella quasi si dispiace.
Dalla porta di fronte, da dietro lo spioncino, qualcuno ha assistito a quell’incontro fortuito.
Una vecchia in grembiule, piccola, ossuta e lesta. Si dirige veloce alla finestra, schermata dalla tenda di mussola ricamata, ed osserva la donna elegante che, scese le scale, si ferma a riguardare quella casa ed a ripensare alle parole di quello strano e bellissimo ragazzo. Poi , quando è sparita, va a riferire ad una signora attempata, disfatta nel fisico e stanca nello sguardo, seduta in poltrona, che stringe in mano una scatolina di metallo, forse argento, all’interno foderata di velluto rosso. Un portapillole?
-Bene. Tutto sta andando come previsto. Ora sai cosa fare. Vai!
RECENSIONE DELL’AUTRICE - IL SEGRETO DELLA NINFA SCRIMBIA
La triste vicenda della ninfa Scrimbia, mito che reca in sé le radici originarie della fonte omonima ricordata nella fontana vicino al duomo della città, costituisce il nucleo mitopoietico del romanzo il cui avvio catapulta il lettore-spettatore in una narrazione ritmata che, “senza un attimo di respiro”, tiene col fiato sospesi! L’azione nasce da un pretesto: la fantomatica scultrice Margherita Navarra invita la protagonista, l’antichista Fiorella Paribeni, a recarsi in un luogo misterioso la cui autenticità la studiosa ha contestato in una recente pubblicazione. Prende dunque avvio un mistero che si consuma attraverso la conoscenza di numerose personalità legate al mondo dell’arte e della storia locale in una Vibo valentia che pulsa di vita e di immaginazione sotto la fantasiosa penna della scrittrice. La vicenda si articola in piccoli stralci che aumentano il ritmo del narrato, con un susseguirsi di strani contatti tra la Paribeni e i rappresentanti di quella che si apprende essere una setta alla ricerca del segreto di Scrimbia. Una serie di indizi disseminati ad hoc, una galleria di personaggi inquietanti, luoghi reali intersecati dall’immaginazione, antefatti e colpi di scena, suspance assicurata fino all’ultima riga! Atmosfere vincenti, attenzione ai dettagli storici e di cultura m ateriale, occhio di riguardo verso miti, tradizioni popolari, superstizione e misticismo in un intreccio di “sacro e profano” che rendono la vicenda, pur intricata, una sorta di fiction che si dipana davanti ai nostri occhi!
L’autrice prof.ssa Maria Concetta Preta