L’arte orafa crotonese: un’arte moderna in tempi difficili.

Recensione del titolo: "SOTTO IL SEGNO DEI BORBONE: STORIA DI UN GRANDE REGNO" di Maria Lombardo
Atteso con impazienza da molti lettori, è uscito con i tipi della Casa Editrice Bonfirraro di Barrafranca (EN) il primo lavoro in chiave storica di Maria Lombardo. Giovane Storica e Giornalista che dopo anni di ricerche sul campo con questo lavoro scritto in 110 pagine, si discosta pienamente dalla Storiografia ufficiale. Laureata col massimo dei voti all'Università degli Studi di Messina non è la prima volta che si cimenta nelle ricerche Napolitane, già scrittrice di una tesi di laurea che discorreva di Regno di Napoli nel '700. Fresca di laurea inizia numerosissime collaborazioni con blog e siti storici in cui tutt'ora scrive avendo all'attivo più di 200 articoli, e oltre 10 presenze a convegni e tavole di studi.
Lottando accanitamente per difendere le proprie tesi pone al lettore con questo libro tutte le nozioni corredate di note e accurata bibliografia sulla “Questio” Due Sicilie. In 5 capitoli racconta la storia del Reame Duosiciliano dal 1816 data in cui l'antico Re Borbone viene Restaurato col nome di Ferdinando I, fino alla caduta del “Bel Reame” avvenuta nel 1861 dopo una ultra millenaria storia di Unità.
Passando a rassegna così le figure dei vari Sovrani che attraverso lotte di potere e Sovrani Illuminati incarnati nelle figura di Ferdinando II seppero concedere al paese grande risonanza. Non a caso nel corso della lettura dell'opera è possibile leggere dei rigogliosi frutti che specialmente l'amato Ferdinando II seppe donare alla Nazione sia nella tecnologia che nell'ars medica, in cui le Due Sicilie seppero fare scuola agli staterelli sul suolo Italico.
Palese e chiara la frase dell'autrice che dedica un capitolo intero all'ars medica ed alla scienza sotto i Borbone la stessa dice:”I Borbone governarono in un periodo relativamente fecondo per le conoscenze medico-scientifiche: infatti dall’empirismo e dalla osservazione Cotugnana si transitò alle soglie della modernità per la medicina come professione, che per convenzione è fissata agli inizi dell’Ottocento.”
Di nutrito interesse risulta ancora nel corso della lettura la conditio economica e politica della Calabria Borbonica, nel quale è possibile studiare la conformazione economica delle Calabrie.
Le descrizioni che l'autrice fa dei vari opifici Calabresi danno uno spaccato diverso dalle tradizionali fonti. L'attività siderurgica fiore all'occhiello tra cui degni di nota l'Opificio di Mongiana, l'Opificio di Stilo, la Ferdinandea ed infine la Razzona ubicata nelle Serre Catanzaresi ed appartenuta a Don Carlo Filangeri (imprenditore e noto militare Napoletano).
E' possibile citare ancora l'arte dei tessuti cotone in Calabria Citra e seta in quella Ultra, saponifici, pastifici, piccole aziende artigianale enormi scuole di ferraioli nel comprensorio di Serra San Bruno lavoravano circa 100 ferraioli. Saline e industria conciaria proprio nel Monteleonese, ancora, pesca che risultò fiorente a Pizzo e Bagnara e moltissime altre realtà tutte citate e ben studiate dall'autrice.
Non mancano le citazioni dell'autrice all'ars medica calabrese ancora poco conosciuta passando a rassegna la figura di Domenico Tarsitani:”La Calabria Borbonica inoltre si distinse sul piano della medicina con la figura di Domenico Tarsitani.
Egli nacque a Cittanova provincia di Reggio Calabria, cittadina che si trova quasi ai piedi dell’Aspromonte, il 18 agosto 1817 a pochi anni di distanza del ritorno del legittimo Re sul trono delle Due Sicilie” una brillante carriera tra Napoli e la Sorbona che gli conferirono la scoperta del forcipe a doppio perno, utilizzato in ostetricia.
Non poteva mancare il periodo cruciale per il Reame delle Due Sicilie il Brigantaggio e le aspre “lotte” intrise di nefandezze e caricate dalla legge Pica che videro in circa 10 anni versare fiumi di sangue meridionale.
Paolo Barbalace.
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Di occhi che si sono aperti su realtà inaccettabili, di persone che hanno potuto guardarsi le une con le altre, che si sonò riconosciute e hanno deciso di fondersi in comunità.
È la storia di una decisione che ne ha portate con sé molte altre,
e che si riassume in un grido di protesta:
"non vogliamo sopportare più"
E sono molte le cose che non vogliono sopportare più, il ricatto "o salute o lavoro" che per decenni ha avvelenato Taranto nell'indifferenza generale, i veleni della "monnezza" proveniente da molte zone d'Italia e accumulata in Campania, veleni che si infiltrano nella terra, che uccidono il cibo e le persone, ma che arricchiscono la camorra e tutti quelli che fanno affari con la criminalità organizzata, il pizzo che bisogna pagare ai soliti noti per riuscire a lavorare.
In un'indagine appassionata Pino Aprile ci apre una finestra su un Sud al di fuori dei luoghi comuni, su persone che agiscono, si spendono, rischiano, indifferenti al pericolo, al ricatto, alle minacce.
Come Leila Ottaviano, commerciante, la prima che ha avuto il coraggio di denunciare i camorristi che esigevano il pizzo e che ha reso Ercolano una città libera, e don Maurizio Patriciello, diventato una guida per le associazioni che vogliono liberare la piana del Volturno dai veleni che l'hanno trasformata in un inferno, e Giuseppe Di Bello, tenente della Polizia provinciale in Lucania, la cui vita viene demolita...
Chi si vergogna, o si nasconde o si riscatta
A capolinea della strada che comincia con la vergogna c'è il suo contrario, l'orgoglio.
E posso dirvi che c'è tanta gente in marcia su quella via a Sud
Pino Aprile
E' finalmente online nella sua versione completa il documentario Sud Altrove!
Il video è in Licenza Creative Commons, pertanto non aspetta altro che essere condiviso e diffuso in tutto il mondo. Guardatelo, spammatelo, segnalatelo agli amici, e fate sapere cosa vi ha fatto pensare agli autori sulla pagina Facebook o su twitter (#sudaltrove).
Lo scopo del video è quello di esapandere le conoscenze affinchè possa suscitare un dibattito quanto mai attuale. Risvegliare le coscienze e riflettere su quel che ancora oggi accade al Sud nell'indifferenza generale, e cioè uno spopolamento progressivo che gli toglie il terreno stesso per il suo futuro.
Il video documentario
Benché si continui ad associare la figura del migrante meridionale alla valigia di cartone in un Novecento in bianco e nero, l'emigrazione dal Sud è ancora attuale e consistente. Il documentario Sud Altrove propone una trama di voci in cui storia individuale e fenomeno sociale si fondono insieme, restituendo lo spaccato di un Sud perennemente sospeso tra un qui e un altrove: in mezzo, una grande domanda che va alla politica, alla cultura, alle persone; perché l'emigrazione è un nodo in cui si addensano tutte le contraddizioni del Sud.
Il libro "Sud Altrove"
Il progetto si è concluso con la realizzazione di un libro sull’esperienza. Protagonista è stata la questione dell’attuale emigrazione giovanile dal sud, raccontata a più voci.
Per info sul progetto: www.terrearse.it/progetto-sud-altrove/
Seguici su www.facebook.com/SudAltrove
SUD ALTROVE
un progetto di Terrearse LAB (già LiberaReggio LAB)
in collaborazione con terrearse.it
cofinanziato da Agenzia Nazionale per i Giovani
scritto e diretto da Denise Celentano
montaggio Michele Tarzia
riprese Alessio Neri, Michele Tarzia
realizzato da Nicola Casile, Denise Celentano, Letizia Cuzzola, Giuseppe Messina, Alessio Neri, Salvatore Salvaguardia, Claudia Toscano
con la partecipazione di Alessandra Pavoni
foto di scena Claudia Toscano
musica Carmelo Coglitore; Med Free Orkestra (arrangiamento Paolo Monti); Nicola Casile; Turi
Licenza Creative Commons - Attribuzione - Non Opere Derivate - Non Commerciale
2012
di Girolamo Giannotta
PRESENTAZIONE. Verosimilmente, nessun altro argomento scientifico necessità di essere così dettagliatamente descritto e collocato in una precisa dimensione spazio-temporale, come lo è questo. La difficoltà nel portare in porto quest'idea è duplice: da un lato l'argomento è ancora poco conosciuto, ed è imperiosa la necessità di esporlo con la docuta semplicità e chiarezza; e dall'altro, l'imponenza e l'entità dell'impatto sulla salute di tutti gli esseri viventi non consentono altre dilazioni temporali.
Cos'è un disregolatore endocrino ambientale(EED)?
Gli anglosassoni definiscono questi agenti col termine Environmental Endocrine Disruptors, si tratta di una sostanza chimica capace di interferire con le normali funzioni ormonali svolte da estrogeni, androgeni ed ormonii tiroidei. Tali sostanze possono minare gli effetti prodotti dagli ormoni naturali, inibire l'azione ormonale, alterare la normale funzione regolatoria del sitema immunitario, nervoso ed endocrino.
In altre parole, si tratta di sostanze chimiche esogene capaci d'interferire con la sisntesi, secrezione, trasporto, legame, azione ed eliminazione di un ormone naturale che nel nostro organismo concorre al mantenimento dell'omeostasi, dell'attività rispoduttiva, dello sviluppo e del comportamento.
Ampiezza della problematica
Non c'è essere vivente che non sia stato interessato dalla massiccia dismissione ambientale di sostanze derivate dalla chimica industriale. Dagli esseri umani fino ai molluschi si evidenziano tracce sempre più incisive e profonde di questa massiccia contaminazione chimica. Qualsiasi elenco, stilato in qualunque momento, sarà sempre deficitario poichè si tratta, verosimilmente, di migliaia di molecole che progressivamente dovranno entrare in queste liste. Attualmente, esistono oltre 1000 diverse molecole con tale proprietà e nulla vieta l'ingresso in questa speciale classifica di nuove sostanze di produzione industriale. Rel
ativamente alla specie umana, gli effetti prodotti dagli EED spaziano dalle anomali della riproduzione, della crescita e dello sviluppo; al cancro ed ai disordini del sistema immunitario che si realizzano anche per livelli di bassa esposizione ambientale.
L'età pediatrica è più vulnerabile di quell'adulta ed i bambini possono sperimentare, sulla propria pelle, gli aspetti più deleteri di un "danno trans-generazionale" che ha conosciuto i relativi albori nel corso della relativa gravidanza.
Le prime direttive di lettura
Poichè gli EED sono sostanze chmiche prodotte dall'industria della chimica, è necessario capire come dal sito di produzione (industria), che si può trovare anche a migliaia di chilometri dalla nostra abitazione, si possa arrivare velocemente all'interno del grembo materno che alberga il prodotto del nostro concepimento. Vi dico subito che l'industria della chimica utilizza volontariamente la strada più brevee semplice, per smaltire il carico tossicologico che tutti i giorno produce. Il miglior sito d'allocazione è rappresentato dal tessuto grasso di tutti gli esseri viventi, incluso l'uomo. Questo è il miglior sito di stoccaggio poichè da questa sede difficilmente si potrà realizzare una piccolissima perdita. Le sole due condizioni che la consentono (gravidanza ed allattamento) sono supportate da due efficacissimi tamponi ad assorbire ciò che può essere trasferito. Questi due efficenti tamponi sono il feto ed il lattante. Fatta la presentazione, vi resta solo la curiosità della conoscenza e della verifica. Per adesso vi chiedo solo un minimo di applicazione.In vendita presso:
Libreria Mondadori, Corso Vittorio Emanuele 12 - 89900 Vibo Valentia
Tel. 0963 45923
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